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LA CASA DI CARTA - prima parte - RECENSIONE

Immagine del redattore: serie tvserie tv

Andata in onda in Spagna tramite Antena 3 la scorsa primavera e portata in Italia e nel resto del mondo da Netflix a partire dal 20 Dicembre, La casa di carta (titolo originale: La casa de papel) è un prodotto che sorprende sotto tutti i punti di vista. La serie spagnola è un mix letale di tante altre sceneggiature e tecnicismi, ma la bravura degli sceneggiatori è stata quella di averla proposta al pubblico in maniera tale che dia la sensazione di uno show fresco, accattivante e avvincente.

Otto criminali già braccati dalle autorità e che non hanno nulla da perdere vengono reclutati da una figura gentile, carismatica e geniale allo stesso tempo: Il Professore. Quest'ultimo vuole mettere a segno il colpo del secolo: rubare 2400 milioni di euro dalla zecca di stato. Dopo un periodo in cui gli otto svolgono un intenso processo di formazione e dove vengono attribuiti loro nomi di città al fine di rendere il più anonima possibile la missione, ha il via la rapina. Con Il Professore fuori dall'edificio, intento a gestire le operazioni e sviare le indagini, e gli otto all'interno della zecca di stato a tenere a bada numerosi ostaggi, scavare tunnel e stampare banconote, comincia un lungo percorso che durerà settimane e che ha una regola ferra al di sopra di tutto: nessuno potrà mai uccidere nessuno. Un mix di prodotti già visti intrecciati in maniera magistrale Un po' V per Vendetta nell'outfit, un po' Ocean's Eleven per la trama, un po' Orange Is the New Black nella sua struttura dove, episodio dopo episodio, vi è un'introspezione attenta dei personaggi con lunghi flashback, un po' Prison Break per il desiderio di evasione e la mente geniale a guidare le operazioni, La casa di carta, comunque, funziona. In Spagna sono già state trasmesse due stagioni, di 9 e 6 episodi ciascuna (su Netflix è disponibile solamente la prima spalmata su 13 episodi anziché 9) e lo show comincia in maniera decisa con i rapinatori che entrano nella zecca di stato, dando la sensazione che tutto si svolgerà nel giro di pochi episodi in maniera rapida, adrenalinica e dove l'azione e il pathos faranno da padrone. Gli sceneggiatori però deviano in maniera immediata da questa escalation di eventi riguardanti la trama principale, la rapina, dando profondità e longevità alla serie televisiva.

Dopo 13 episodi sono trascorsi solamente un paio di giorni all'interno dello show e nonostante questo ci sembra che i rapinatori siano all'interno dell'edificio da settimane. In questo arco temporale si sono attuati fatti intensi non solo inerenti al presente, ma anche al passato, dove vengono raccontate le storie dei vari protagonisti con lunghe ricostruzioni e vengono a galla i punti deboli di tutte le figure.

L'eterna lotta tra ciò che è bene e ciò che è male La figura de Il Professore è l'elemento chiave de La casa di carta nonché protagonista principale dello show - in partenza questo compito appariva più designato a Tokyo, che è anche colei che racconta in prima persona i fatti e che ha anticipato già dalle prime battute ciò che accadrà anche in futuro. Tra Il Professore e la Polizia si avvia un lento processo di lotta - lento solamente grazie alla genialità del protagonista, sempre un passo avanti rispetto alle autorità. C'è desiderio di prendere tempo, per poter stampare soldi e per convincere l'opinione pubblica che i rapinatori non siano dei semplici criminali ma dei veri eroi. Questo tempo se lo prendono pertanto anche gli sceneggiatori, che forgiano colpi di scena, momenti di azione, imprevisti, ribellioni, scontri. In sostanza, in ogni fase di apparente stallo vi è la genialità dei protagonisti e degli sceneggiatori di mostrarci qualcosa di inaspettato.


Come detto, ne La casa di carta vi è una continua destinazione del minutaggio verso tutti i protagonisti e questa analisi ci porta a conoscere anche i "nemici" per il telespettatore, la Polizia, ed in particolar modo di Raquel Murillo e la sua storia toccante e complicata. Le emozioni sono dunque vivaci e drammatiche allo stesso tempo con qualche punta di alto erotismo e humor nero che si ergono grazie a interpretazioni molto convincenti da parte di tutto il cast. Se dovessimo scegliere qualcuno tra i tanti andrebbero segnalate senza dubbio le performance di Álvaro Morte, Úrsula Corberó, Paco Tous e Alba Flores ma sono da sottolineare anche le caratterizzazioni di tutti gli altri protagonisti come Berlino - colui che riesce a dare la giusta dose di imprevedibilità ed inquietudine all'interno della serie televisiva - Oslo ed Helsinki e la loro love story e il rapporto tra Arturo Román e Mónica Gaztambide che di fatto danno voce alla categoria degli ostaggi.

La casa di carta è stata una delle più grandi sorprese tra quelle avute in televisione negli ultimi anni: un prodotto fresco, avvincente, introspettivo condito da ottime interpretazioni, una colonna sonora elettronica potente e una caratterizzazione dei personaggi che tengono piacevole compagnia lungo tutto l'arco della prima stagione. La longevità in questo genere di serie televisive è tutto, ed è difficile immaginare lo show fuori dalle mura dell'edificio della zecca di stato. Finora la produzione è stata abile a prendere tempo, un po' come avviene per Il Professore nella finzione nei confronti delle autorità, e di questo ne siamo felici - nonostante il desiderio di veder la trama orizzontale accelerare sia palpabile. Se però la qualità della scrittura resterà questa ancora per molto siamo disposti ad attendere che il tempo trascorra lentamente e ci gusteremo gli sviluppi così come sono stati pensati in origine.

Titolo: La Casa di Carta

Genere: drammatico, thriller

Episodi: 13

Durata episodi: 40-60 minuti

Trasmissione italiana: Netflix

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